Che poi chi lo sa cosa sarà mai questa felicità di cui tutti parlano.
Iniziamo un nuovo capitolo, un nuovo viaggio.
Un pensiero divergente rispetto al “contenuto” di questo blog.
Mi piace navigare nel mare di blog che esistono sul web, sto imparando tantissimo da ognuno di voi.
E’ bello scoprire quante e quali passioni esistono in questo mondo, e con quanto entusiasmo le persone di ogni età vi si dedichino solo, appunto, per la passione di farlo, e non per un qualche tornaconto (cosa più unica che rara in questa società in cui nessuno fa niente per niente).
Scoprire che c’è tantissima gente che ha qualcosa da dire, da condividere, un oceano di mondi interiori meravigliosi e unici.
La condivisione di qualcosa di intimo e personale, che non sia il banale copia/incolla su Facebook di un post scritto da chissà chi.
Mi state dando tantissimo, e volevo farvelo sapere.
Penso non ci sia modo migliore per iniziare questo 2016.
Grazie
Paola
Jean de Boulogne detto Giambologna
Ratto delle Sabine (1583)
Loggia dei Lanzi, Firenze
Firenze non ti stanca mai. Firenze non dorme mai. Firenze e’ la poesia e l’arte, la vita e l’amore.
Fra tutte le meraviglie di questa città, che ho visitato più volte nella mia vita, ho sempre amato la forza che trasmette questa scultura del fiammingo Giambologna.
Un’opera che non può essere vista solo frontalmente, bisogna assaporarla da ogni angolatura, scrutarne ogni dettaglio, con uno sguardo alla Loggia e l’altro al bellissimo panorama di Piazza della Signoria dove tutto parla della gloriosa storia di questa città.
Il Ratto delle Sabine, un solo blocco di marmo, dal quale lo scultore magistralmente riesce a ricavare tre figure che, torcendosi e incastrandosi le une alle altre, rappresentano, oltre alla nota vicenda storica che vede come protagonista il fondatore di Roma, Romolo, le tre eta’ dell’uomo: la giovane, l’uomo e l’anziano che emette un grido di fronte al rapimento.
Una statua che sembra quasi muoversi per lasciarsi ammirare in tutta la sua bellezza, un rapimento che sembra un passo di danza.
Questa brevissima poesia e’ dedicata a tutti i nuovi amori che stanno nascendo così come nasce oggi il nuovo anno.
Perché nessuna forza e’ più potente e pura in questo mondo che quella di un amore nato già grande.
“Amore che stai lì,
Proprio alla fine della mia mano,
Arrivato per caso, amato non invano.
Perdonami,
se non posso smettere di toccarti,
Come se dovessi ricordare le tue forme per plasmarle io stessa ad occhi chiusi, nella creta che si scalda fra le mie mani.
Comprendimi,
Se non posso smettere di respirarti, perché mi mancherebbe l’aria.
Amami,
Se non posso smettere di viverti perché rimarrei senza vita.”
In viaggio verso la Città dell’arte, pronta a rinascere con tanta bellezza.

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“Tutto qui spira grandezza, gusto, umanità, purezza, e bellezza, nel più alto grado. Credo che sarei più felice qui con voi, che in qualsiasi altro luogo. Ciò è il massimo elogio che io possa fare a questa città.”
Il primo anno di questo blog e’ trascorso. Per il 2016 ho in mente tanti progetti che vorrei condividere con tutti coloro i quali avranno la voglia di leggerli.
Nel frattempo volevo ringraziare di cuore tutti voi, pochi o tanti che siate, dipende dai punti di vista, che mi avete seguito in questo strano 2015.
Grazie a tutti, di tutto cuore.
Buon anno di arte e poesia
Paola

Sto scrivendo la recensione dell’ultimo romanzo di Isabel Allende, nei prossimi giorni la pubblicherò sul blog.
Qualcuno di voi lo ha letto?
Cosa siamo in questo universo
Se non siamo insieme?
Quale mano Creatrice toccando il suo punto più alto
Ha permesso l’incontro di queste anime affini?
Cosa siamo in questo mondo
Se non siamo insieme?
Dispersi come un Ulisse che mai arriverà alla sua Itaca.
Ci illudiamo sentendo il canto delle sirene
Che quella sia la nostra strada.
Cosa siamo in questa vita
Se non siamo insieme?
Come un ruscello senza foce
Che vaga senza meta
Nell’utopia di tornare alla sorgente
E trovare forse li un po’ di pace.
Cosa siamo noi se non siamo insieme?
Solo dispersi nel vento come i peccator carnali.
Vagando nella speranza di poter un giorno
Dire al mondo la forza di quell’ amore che fu.
