Se questo è un uomo
Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un si o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.
Primo Levi (31 luglio 1919-11 aprile 1987)
poesia
Luna
Righe di… Poesia
Questa brevissima poesia e’ dedicata a tutti i nuovi amori che stanno nascendo così come nasce oggi il nuovo anno.
Perché nessuna forza e’ più potente e pura in questo mondo che quella di un amore nato già grande.
“Amore che stai lì,
Proprio alla fine della mia mano,
Arrivato per caso, amato non invano.
Perdonami,
se non posso smettere di toccarti,
Come se dovessi ricordare le tue forme per plasmarle io stessa ad occhi chiusi, nella creta che si scalda fra le mie mani.
Comprendimi,
Se non posso smettere di respirarti, perché mi mancherebbe l’aria.
Amami,
Se non posso smettere di viverti perché rimarrei senza vita.”
Stagioni
Terra bagnata.
Gelata.
Anche così ne sento l’odore.
Novembre, da questa finestra la osservo.
Sento la pioggia a febbraio.
Acqua che forse disseta anche troppo.
Respiro l’aroma di primavera nell’aria di marzo,
sempre dalla stessa finestra.
Ed è sempre la terra a parlarmi.
Che brucia, e brucia ancora.
Sotto il sole di luglio che ha lunga vita nel giorno.
Brucia la terra in agosto, fin dal mattino.
Colori mischiati di erba e cielo,
E dove finisce l’una, l’altro lo abbraccia.
Una tavolozza d’impressionista, densa e intensa.
E gli occhi si perdono in questa vastità.
Occhi che vedono ma sentono insieme,
Oltre l’umano sentore.
Leggo in quel cielo, in quella terra
Il susseguirsi delle stagioni nella loro eterna danza.
Serve domandarsi che senso abbia tutto questo?
Cosa ha portato i miei occhi oggi, quale combinazione di casi.
La natura è fatta per porre domande,
E non volere risposte.
Solo così si continua a vivere.
Paola Cavioni
A mia figlia
Voce di bambina.
Voce gaia, come il nome che porti.
Voce senza passato da raccontare, che ha solo qui e adesso.
Tutto o niente.
Amore o rifiuto.
Inconsapevole ancora della grandezza del suo Animo,
che già intravedo nell’indaco dei suoi occhi.
Sei solo emblema di gioia e riccioli sparsi di luce.
Nel mio cuore sei tutto il cuore,
che batte dal preciso istante in cui iniziò a battere il tuo.
Cammina sempre così,
a passi leggeri,
per non sprofondare in questo mondo.
Paola Cavioni

